Gli arbitri per molti non sono importanti, ma si sbagliano di grosso!

Senza arbitri non si gioca sono loro che con la loro presenza contribuisco a rendere una partita bella e piacevole da vedere con il mantenimento delle regole in campo. Oggi abbiamo l’opportunità di conoscere un po’ meglio 2 dei nostri arbitri attivi, che quest'anno hanno avuto la fortuna (meritata) di arbitrare le finali svizzere nelle categorie U14/U16/U21 Femminile. 

 

L'intervista

Nico / Andrea vi potete brevemente presentare ? 

N: Mi chiamo Nico, abito a Sementina, ho 23 anni e studio economia all’USI di Lugano. Gioco a unihockey da 13 anni e, essendo pure arbitro e allenatore, questo hobby richiede molto del mio tempo libero. Il resto del tempo libero lo passo con gli amici e mi piace molto viaggiare.

A: Mi chiamo Andrea, ho 32 anni, vivo a Bellinzona e ho la passione dell’unihockey fin da piccolo.

 

Quando avete iniziato ad arbitrare e in che categoria ? 

N: Ho iniziato a 16 anni, quindi questa è la mia settima stagione. Ho iniziato come arbitro G5, quindi già su campo grande.

A: Questa è la mia quinta stagione da arbitro e ho iniziato nella categoria G5 con il mio partner attuale Nico.

  

Come mai avete deciso di fare gli arbitri? 

N: Fin da quando giocavo negli Juniori D vedevo che il ruolo dell’arbitro era difficile, perché si viene talvolta riempiti di critiche; io stesso ero spesso in disaccordo con gli arbitri... quindi mi sono voluto mettere in gioco per capire se effettivamente il lavoro dell’arbitro è cosi duro oppure no.

A: Mi è stato proposto dalla società e mi è subito piaciuto, così da arrivare fino a dove sono ora. Ringrazio molto la società che mi ha permesso di svolgere questo compito importante.

 

Come mai il campo grande?

N: Innanzitutto penso che il vero unihockey sia quello giocato su campo grande, inoltre il fatto di dividere in due la responsabilità è molto importante: penso che 4 occhi giudicano molto meglio di 2...

Un altro aspetto da non trascurare sono le trasferte: non mi piacerebbe l’idea di andare in Svizzera interna ad arbitrare facendo ore di auto senza compagnia...

A: Perché così posso avere opinioni da parte del mio partner con cui posso confrontarmi. È inoltre molto più piacevole fare il viaggio con accanto qualcuno con cui parlare.

 

 

Qual è stata la più grande soddisfazione che avete ottenuto come arbitri finora?

N: Ne abbiamo avute tante, sicuramente questa promozione per noi è molto importante, ma anche i complimenti e i ringraziamenti che si ricevono a fine partita fanno un enorme piacere, perché vuol dire che c’è qualcuno che capisce l’importanza della presenza degli arbitri in una partita. Faccio un esempio: qualche mese fa, dopo una partita che abbiamo arbitrato della categoria Juniorinnen U21, due ragazze ci hanno portato una fetta di torta come ringraziamento; questi piccoli gesti li apprezzo tantissimo.

Una grande soddisfazione l’abbiamo avuta anche in questo finale di stagione quando abbiamo avuto l’onore di arbitrare molte partite di play-off o finali di diverse categorie: sono state tutte partite molto emozionanti e con molto pubblico, il che ci ha spinto a dare il meglio di noi stessi.

A: in questo finale di stagione abbiamo avuto la possibilità di arbitrare molte partite di playoff e per noi questo è stato un grande privilegio. Soprattutto l’ultimo week-end è stato emozionante poter arbitrare le finalissime nazionali della categoria U14/U17, infatti il pubblico accorso era numeroso e anche il fatto di sapere che le partite che abbiamo arbitrato era possibile vederle in diretta su Youtube (è possibile vederle ancora tutt’ora) e che sono state viste da quasi 1000 persone ci rende orgogliosi del traguardo raggiunto.

 

Quale invece l’esperienza più difficile ?

N: Quando avevo solamente 16/17 anni ho dovuto spesso arbitrare categorie come la terza o la quarta lega... non è stato per nulla semplice reggere alle critiche di persone molto più grandi di me... all’epoca non avevo il coraggio di estrarre il cartellino rosso quando qualcuno esagerava con le parole...

Non è nemmeno semplice arbitrare amici o ragazzi con cui ho giocato assieme in passato perchè si rischia sempre di essere un po’ condizionati...

A: la scorsa stagione abbiamo arbitrato un derby Ticino Unihockey-Verbano nella categoria U21 ed è stata tosta perché si sentiva l’aria del derby. Sono stati 60 minuti nervosi ma per fortuna siamo riusciti a gestire bene la situazione.

 

Quali sono stati i vostri principali progressi e come siete riusciti a progredire?

N: Penso che in una professione come l’arbitro l’esperienza sia la fonte principale del progresso; solo arbitrando si può migliorare. Quando abbiamo commesso degli errori siamo sempre stati molto autocritici e ciò ci ha permesso di evolvere. È proprio una situazione nella quale vale il detto “sbagliando si impara”. Non si può infatti certamente pensare che durante la propria prima stagione si arbitri perfettamente: i progressi arriveranno pian piano e una cosa sicuramente importante è la voglia: essendo anche giocatore e allenatore durante una stagione assisto a moltissime partite di unihockey e spesso mi accade di vedere arbitri svogliati e questo fa sì che automaticamente le loro prestazioni risultino scarse. In questi ultimi mesi, avendo ottenuto la possibilità di arbitrare i play-off tutte le nostre partite sono state osservate da un osservatore della SwissUnihockey. Questi ci hanno fornito di volta in volta ulteriori consigli che ci hanno permesso di affinare dettagli che sono comunque molto importanti ai fini di un’ottima prestazione.

A: Penso che nel corso delle ultime due stagioni i nostri progressi siano stati evidenti. Questo è dovuto principalmente al fatto che abbiamo arbitrato moltissime partite e questo ci ha permesso di progredire sempre di più. Inoltre da questa stagione utilizziamo i microfoni, grazie ai quali possiao comunicare durante tutto il match: ciò fa sì che ad ogni dubbio se ne discute immeditamente e si prende una decisione di comune accordo, e anche per i giocatori è sicuramente importante perché si evitano situazioni in cui i due arbitri non sono dello stesso avviso, per esempio su un determinato fallo o situazioni di gol dubbi.

 

Consigliereste l’esperienza di arbitro a qualcuno, e se sì, perché?

N: Assolutamente, penso che essere arbitro aiuti a crescere la propria determinazione e ad assumersi responsabilità. Sembra una cosa da poco ma posso garantire che quando si sta arbitrando una partita in cui due squadre si giocano il titolo di campione la pressione e la paura di “rovinare” la partita si sentono eccome...

Inoltre, quando si è arbitri si riesce a imparare molti schemi o tattiche che si possono poi portare in campo quando si è giocatori. Lo stesso discorso vale quando si allena una squadra: da quando alleno gli Juniori D con Mario ho sempre cercato di insegnar loro tutte le regole di gioco così da evitare che commettessero falli durante le partite di cui sarebbero stati inconsapevoli. Come appena detto, inoltre, anche per insegnare ai ragazzi determinati schemi l’esperienza da arbitro aiuta molto.

A: Sì, perché essendo anche giocatore si scoprono tante nuove regole che quando si è solo giocatori non si conoscono. In questo modo quindi anche quando gioco ho un approccio diverso. Inoltre è bello poter girare la Svizzera e vedere nuovi posti.

 

Avete già dei piani per il vostro futuro come arbitri?  Quali sono le vostre ambizioni?

N: Ci piacerebbe arbitrare sempre di più e salire ulteriormente di categoria. In questo modo aumentano le responsabilità e aumenta anche il pubblico presente alle partite: questa è sicuramente una fonte di energia per noi arbitri, perché siamo ancora più motivati a far bene. Con qualifiche maggiori, inoltre, si arbitrano partite con giocatori che conoscono meglio le regole, e quindi in questo senso il nostro compito diventa relativamente più semplice.

A: Mi piacerebbe andar più avanti possibile perché oltre ad essere un lavoro mi diverto molto. È un mestiere che può essere fonte di grande soddisfazioni. Chiaramente avendo visto i colleghi della SUM arbitrare la finale di coppa femminile lo scorso anno e le qualificazioni ai Mondiali femminili ci dà un ulteriore spunto ad andare il più in la possibile.

Andrea Locatelli
Locatelli Andrea - G3

Nico Cereda

Cereda Nico - G3